Il peeling medicale rappresenta una delle metodiche più efficaci per il rinnovamento cutaneo. Quando si parla di peeling medicale, molti immaginano trattamenti aggressivi, giorni di recupero, pelle che si squama vistosamente. La realtà della medicina estetica moderna è completamente diversa.
Il peeling medicale di oggi è arte e scienza in perfetto equilibrio. Non si tratta più di “bruciare” la pelle sperando nel meglio. È un processo controllato millimetricamente, dove ogni molecola fa esattamente quello che deve fare, né più né meno. È precisione, personalizzazione, rispetto della fisiologia cutanea.
Il trattamento si basa sull’applicazione controllata di sostanze esfolianti che stimolano il ricambio cellulare attraverso la rimozione programmata degli strati superficiali della pelle, favorendo la formazione di nuovo tessuto cutaneo più sano e luminoso. Non è rimozione casuale, ma rinnovamento guidato che rispetta i tempi e i meccanismi biologici della pelle.
La procedura sfrutta l’azione di specifici acidi che, penetrando a diverse profondità della cute, innescano un processo di rinnovamento controllato. Questo meccanismo stimola la produzione di nuovo collagene ed elastina, migliorando visibilmente la qualità e la texture della pelle. È chimica applicata con intelligenza per scopi estetici e rigenerativi.
Per comprendere appieno il valore del peeling medicale, è importante capire esattamente cosa avviene sulla pelle.
Il peeling medicale utilizza acidi specifici che lavorano a livelli diversi della pelle. Vediamo i principali.
I peeling biorivitalizzanti rappresentano una delle innovazioni più significative nel campo della medicina estetica dermatologica, combinando l’azione esfoliante tradizionale con potenti effetti di biorivitalizzazione e biostimolazione. Questi trattamenti rivoluzionari integrano agenti chimici classici con peptidi bioattivi, aminoacidi, acido ialuronico e altri principi attivi che non si limitano a rimuovere gli strati cutanei superficiali, ma nutrono attivamente il derma stimolando i processi rigenerativi dall’interno.
Tra i protocolli più innovativi, il PRX-T33 ha aperto la strada a una nuova generazione di peeling: questa formulazione brevettata combina acido tricloroacetico ad alta concentrazione con perossido di idrogeno e acido cogico, creando un effetto sinergico che permette di ottenere risultati di biorivitalizzazione profonda senza causare desquamazione visibile.
Altri trattamenti di ultima generazione, come quelli contenenti Acetyl Hexapeptide-8 (ESAPEPTIDE-8), conosciuto anche come Argireline, portano questa evoluzione ancora oltre: questo peptide biomimetico composto da sei aminoacidi esercita un’azione simile alla tossina botulinica A, contribuendo a distendere le rughe di espressione e le linee sottili.
L’ESAPEPTIDE-8 agisce inibendo il rilascio di neurotrasmettitori che causano la contrazione muscolare, risultando in un effetto distensivo sulla pelle sovrastante. Quando integrato nei peeling medicali, questo peptide permette di combinare l’esfoliazione controllata con un’azione antiage mirata, migliorando contemporaneamente texture cutanea, tono e profondità delle rughe.
Altri peeling biorivitalizzanti di nuova concezione includono formulazioni con fattori di crescita, cellule staminali vegetali e complessi peptidici avanzati che stimolano la produzione di collagene ed elastina mentre esfoliano delicatamente la superficie cutanea.
Questi trattamenti innovativi offrono il vantaggio di risultati progressivi e naturali, con tempi di recupero generalmente ridotti rispetto ai peeling tradizionali più aggressivi. La loro versatilità li rende adatti a diverse esigenze: dalla prevenzione dell’invecchiamento cutaneo al trattamento di rughe, lassità e perdita di luminosità. La combinazione di più meccanismi d’azione – esfoliazione, stimolazione, idratazione e distensione – permette di personalizzare i protocolli in base alle caratteristiche individuali e agli obiettivi terapeutici, offrendo un approccio completo al ringiovanimento cutaneo.
I peeling si classificano in base alla profondità di azione: superficiali, medi, profondi. Ciascuno ha indicazioni, risultati, tempi di recupero diversi.
Benefici: le macchie si schiariscono significativamente, le rughe sottili si attenuano, la pelle si compatta e si ispessisce, la produzione di collagene è stimolata visibilmente. Qualche giorno di desquamazione leggera (3-7 giorni generalmente), ma i risultati valgono l’attesa. Sono indicati per: iperpigmentazioni moderate-importanti, rughe più marcate, cicatrici acneiche, fotoinvecchiamento moderato, discromie, perdita di tono ed elasticità.
Benefici: trasformazione drammatica della pelle, risultati che possono durare anni, capacità di trattare problematiche altrimenti irrisolvibili con metodi non invasivi. Richiedono downtime significativo (1-2 settimane), gestione accurata, preparazione specifica. Ma quando indicati, possono letteralmente trasformare una pelle danneggiata, offrendo risultati che nessun altro trattamento non chirurgico può raggiungere.
Cosa succede esattamente quando applichiamo un peeling? Vediamo i meccanismi biochimici.
Il peeling innesca una cascata di eventi che va ben oltre la semplice rimozione di cellule morte.
Il peeling medicale risulta particolarmente efficace nel trattamento di numerosi inestetismi cutanei.
Come si svolge concretamente una seduta di peeling medicale?
Cosa succede nei giorni successivi al peeling?
Come si struttura un percorso completo di peeling medicale?
Il peeling medicale non è solo un trattamento estetico superficiale, ma un vero reset biologico della pelle.
Esiste un momento particolarmente adatto per il peeling medicale?
Il peeling funziona benissimo da solo, ma può produrre risultati ancora superiori in combinazione strategica.
Il peeling medicale rappresenta una soluzione efficace per chi desidera migliorare visibilmente la qualità della propria pelle attraverso un approccio sicuro e scientificamente provato.
La possibilità di modulare l’intensità del trattamento permette di ottenere risultati significativi nel pieno rispetto della fisiologia cutanea. Non è approccio “one size fits all”, ma personalizzazione estrema.
È scienza applicata con intelligenza e sensibilità: conoscenza biochimica degli acidi, comprensione della fisiologia cutanea, capacità di leggere e interpretare la pelle, esperienza nel modulare parametri, arte nel personalizzare.
Il peeling medicale è generalmente sicuro quando eseguito da professionisti esperti, ma ha controindicazioni, ossia condizioni cliniche che, se presenti, ci portano ad escludere il peeling medicale come opzione terapeutica.
La valutazione medica accurata prima del trattamento è fondamentale per: identificare controindicazioni, scegliere il peeling appropriato, preparare la pelle adeguatamente, impostare aspettative realistiche.
Acetyl Hexapeptide-8 (ESAPEPTIDE-8): peptide biomimetico composto da sei aminoacidi che agisce in modo simile alla tossina botulinica, distendendo le rughe di espressione. Inibisce il rilascio di neurotrasmettitori che causano la contrazione muscolare, risultando in un effetto distensivo sulla pelle. Quando integrato nei peeling medicali, permette di combinare esfoliazione con azione antiage mirata.
Acido cogico: agente schiarente di origine naturale derivato dalla fermentazione del riso che agisce bloccando la produzione di melanina. Inibisce l’attività della tirosinasi, l’enzima responsabile della sintesi di melanina nella pelle. Particolarmente efficace nel trattamento di iperpigmentazioni, macchie solari e melasma. Presenta un profilo di tollerabilità favorevole, adatto anche a pelli sensibili.
Acido glicolico: alfaidrossiacido (AHA) derivato dalla canna da zucchero con molecole piccole che penetrano rapidamente attraverso lo strato corneo. Rompe i legami intercellulari (desmosomi) facilitando il distacco delle cellule morte. Particolarmente efficace per migliorare texture, luminosità, ridurre rughe superficiali, trattare iperpigmentazioni e stimolare la produzione di collagene.
Acido ialuronico: polisaccaride naturalmente presente nella pelle che trattiene acqua (fino a 1000 volte il suo peso). Nel peeling viene usato in prodotti post-trattamento per idratare intensivamente la pelle rinnovata. In biorivitalizzazione (trattamento complementare al peeling) viene infiltrato per idratazione profonda. Non è acido esfoliante ma idratante e riempitivo.
Acido mandelico: alfaidrossiacido (AHA) derivato dalle mandorle amare con molecole più grandi del glicolico, quindi penetrazione più lenta e delicata. Lavora in superficie rispettando le pelli sensibili. Particolarmente indicato per pelli sensibili e reattive, fototipi scuri (minor rischio di iperpigmentazione), rosacea e prime rughe. Offre efficacia con gentilezza.
Acido salicilico: betaidrossiacido (BHA) derivato dalla corteccia del salice, liposolubile (solubile nei grassi). Questa caratteristica permette di entrare nei pori ostruiti da sebo e liberarli dall’interno. Particolarmente efficace per pelle acneica e seborroica, pori dilatati ostruiti, punti neri (comedoni) e texture irregolare ispessita. Entra dove altri acidi non arrivano.
Acido tricloroacetico (TCA): potente acido utilizzato nei peeling medicali per stimolare il rinnovamento cutaneo profondo e la produzione di collagene. Può penetrare fino al derma papillare, stimolando intensamente i processi di rigenerazione cutanea. La sua profondità d’azione dipende dalla concentrazione utilizzata (10-35%). Richiede competenza ed esperienza medica nella gestione.
Alfaidrossiacidi (AHA): famiglia di acidi idrosolubili derivati da fonti naturali (frutta, latte, canna da zucchero). Includono glicolico, lattico, mandelico, malico, tartarico e citrico. Agiscono rompendo i legami tra cellule morte dello strato corneo favorendo l’esfoliazione. Migliorano texture, luminosità, idratazione e stimolano il collagene. Fotosensibilizzanti, quindi richiedono protezione solare rigorosa.
Argireline: nome commerciale dell’Acetyl Hexapeptide-8 (ESAPEPTIDE-8), peptide utilizzato come alternativa topica al botulino. Esercita un’azione distensiva sulle rughe di espressione inibendo il rilascio di neurotrasmettitori che causano la contrazione muscolare. Nei peeling biorivitalizzanti offre risultati antiage progressivi e naturali.
Barriera cutanea: funzione protettiva della pelle che impedisce la penetrazione di sostanze nocive, microorganismi e allergeni e previene la perdita di acqua transepidermica. Formata dallo strato corneo (cellule morte più lipidi intercellulari). Il peeling rimuove temporaneamente parte della barriera in modo controllato, stimolando la produzione di una barriera nuova più efficiente.
Betaidrossiacidi (BHA): famiglia di acidi liposolubili (solubili in grassi e oli) di cui l’acido salicilico è il principale rappresentante. A differenza degli AHA (idrosolubili), i BHA penetrano attraverso il sebo nei pori, quindi particolarmente efficaci per pelle grassa e acneica. Hanno anche proprietà antinfiammatorie e sono meno fotosensibilizzanti degli AHA.
Biorivitalizzazione: insieme di trattamenti che nutrono la pelle in profondità, stimolando i processi di rigenerazione e idratazione del derma. Può essere effettuata tramite infiltrazioni di acido ialuronico, vitamine, minerali, aminoacidi, antiossidanti o attraverso peeling biorivitalizzanti che combinano esfoliazione con principi attivi nutrienti. Migliora tono, elasticità e idratazione cutanea.
Biostimolazione: tecnica che attiva i processi naturali di produzione di collagene, elastina e acido ialuronico da parte della pelle. Può essere ottenuta attraverso vari metodi (peeling, infiltrazioni, laser, radiofrequenza). Stimola i fibroblasti a produrre nuove proteine strutturali, migliorando qualità e funzionalità della pelle dall’interno.
Cellule staminali vegetali: cellule derivate da piante con capacità rigenerative, utilizzate in cosmeceutica per le loro proprietà antiossidanti e rigeneranti. Nei peeling biorivitalizzanti avanzati contribuiscono a proteggere la pelle dallo stress ossidativo e a stimolare i processi di rinnovamento cellulare. Offrono benefici antiage e protettivi.
Coagulazione controllata: processo mediante il quale il TCA modifica le proteine della pelle in modo controllato, innescando la rigenerazione cutanea. La denaturazione proteica superficiale invia segnali ai fibroblasti di attivarsi e produrre nuove proteine strutturali. È il meccanismo chiave dell’azione rigenerativa profonda del TCA.
Collagene: proteina strutturale più abbondante nel derma che fornisce resistenza, compattezza e sostegno alla pelle. Prodotto dai fibroblasti. Con l’età la produzione diminuisce (circa 1% annuo dopo i 30 anni) causando rughe, lassità e perdita di tono. Il peeling stimola la produzione di nuovo collagene attraverso “trauma controllato”.
Complessi peptidici: combinazioni di diversi peptidi che lavorano sinergicamente per ottenere effetti antiage multipli. Nei peeling biorivitalizzanti avanzati, questi complessi stimolano contemporaneamente la produzione di collagene, l’idratazione profonda, la distensione delle rughe e la protezione antiossidante. Offrono un approccio completo al ringiovanimento cutaneo.
Depigmentante: sostanza che riduce o elimina le macchie scure della pelle inibendo la produzione di melanina. Gli agenti depigmentanti come acido cogico, mandelico e azelaico agiscono bloccando la tirosinasi o interferendo con altri passaggi della sintesi melanica. Utilizzati nei peeling per trattare iperpigmentazioni e uniformare l’incarnato.
Derma papillare: strato superiore del derma, situato subito sotto l’epidermide, ricco di capillari e terminazioni nervose. Contiene i fibroblasti che producono collagene ed elastina. I peeling profondi raggiungono questo strato per stimolare intensamente la rigenerazione strutturale della pelle. È fondamentale per nutrire l’epidermide sovrastante.
Desmosomi: strutture proteiche che formano “ponti” tra cellule adiacenti tenendole saldamente unite. Nello strato corneo mantengono la coesione tra cellule morte. Gli acidi del peeling rompono questi legami permettendo il distacco e la rimozione controllata delle cellule morte. Non è distruzione casuale ma solubilizzazione controllata di legami specifici.
Desquamazione: processo naturale di eliminazione delle cellule morte superficiali. Normalmente avviene continuamente in modo invisibile. Post-peeling è accelerata e visibile (pelle che si “sfoglia”). L’entità dipende dalla profondità: superficiale (minima), medio (visibile 3-7 giorni), profondo (marcata 7-14 giorni). È segno positivo che il rinnovamento sta avvenendo.
Downtime: periodo di tempo necessario prima di poter tornare alla vita sociale normale dopo un trattamento. Per i peeling: superficiale (zero o minimo), medio (3-7 giorni), profondo (1-2 settimane). Durante il downtime la pelle può presentare arrossamento, desquamazione e sensibilità che rendono l’aspetto non ottimale.
Elastina: proteina del derma che fornisce elasticità e capacità di ritorno alla forma originale dopo stiramento. Prodotta dai fibroblasti. Con l’età e il fotodanneggiamento si degrada (elastosi) causando lassità e rughe. Il peeling stimola la produzione di nuova elastina insieme al collagene, migliorando tono, elasticità e resilienza cutanea.
Epidermide: strato più esterno della pelle, privo di vasi sanguigni, composto da più strati di cellule (cheratinociti) in vari stadi di maturazione. I peeling superficiali agiscono sullo strato corneo, i medi raggiungono l’epidermide vitale (strati profondi), i profondi arrivano alla giunzione dermo-epidermica. L’epidermide si rinnova completamente ogni 28-30 giorni.
Eritema: arrossamento cutaneo dovuto a dilatazione dei vasi sanguigni superficiali. Post-peeling è normale (parte della risposta infiammatoria controllata necessaria per il rinnovamento). L’intensità e la durata dipendono dalla profondità: superficiale (lieve, ore), medio (moderato, giorni), profondo (marcato, settimane). Si gestisce con prodotti lenitivi.
Esfoliazione: rimozione delle cellule morte superficiali. Può essere meccanica (scrub, spazzole) o chimica (acidi come nel peeling). L’esfoliazione chimica è più controllata, uniforme e può penetrare più profondamente. Benefici: migliora texture, luminosità, penetrazione dei prodotti e stimola il rinnovamento. L’eccesso causa sensibilizzazione e compromissione della barriera.
Fattori di crescita: proteine che stimolano la crescita, la proliferazione e la differenziazione cellulare. Nei peeling biorivitalizzanti avanzati contribuiscono a stimolare i fibroblasti, accelerare la guarigione e potenziare la produzione di collagene ed elastina. Sono molecole segnale che coordinano i processi di rigenerazione cutanea.
Fibroblasti: cellule del derma responsabili della produzione di collagene, elastina, acido ialuronico e componenti della matrice extracellulare. Sono le “fabbriche” che costruiscono e mantengono la struttura dermica. Con l’età diventano meno attivi. Il peeling li stimola attraverso “trauma controllato”, producendo proteine strutturali nuove.
Fotoinvecchiamento: invecchiamento cutaneo causato dall’esposizione cronica ai raggi UV del sole. Causa rughe profonde, macchie, lassità, texture irregolare, teleangectasie ed elastosi. Diverso dall’invecchiamento cronologico (dovuto solo all’età). Il peeling è particolarmente efficace per il fotoinvecchiamento: rimuove strati danneggiati da UV e stimola la produzione di collagene ed elastina nuovi.
Fotoprotezione: insieme di misure per proteggere la pelle dai danni causati dai raggi UV del sole. Include l’uso di creme solari ad alto SPF, abbigliamento protettivo, evitare esposizione nelle ore centrali. Post-peeling è obbligatoria (SPF 50+ minimo) perché la pelle rinnovata è estremamente sensibile e il rischio di iperpigmentazione è elevato.
Frost: sbiancamento superficiale temporaneo della pelle durante l’applicazione del peeling (specialmente TCA). Indica denaturazione delle proteine superficiali con aspetto “brinato” bianco-grigiastro. I livelli di frost correlano con la profondità di penetrazione: lieve (superficiale), moderato (medio), marcato (profondo). Il medico usa il frost come indicatore visivo per valutare quando neutralizzare.
Ipercromia: termine medico che indica un’area di pelle con colorazione più intensa del normale, dovuta a eccesso di melanina. È sinonimo di iperpigmentazione. Il peeling rimuove gli strati superficiali contenenti melanina in eccesso e stimola il ricambio con cellule dalla pigmentazione più uniforme, schiarendo progressivamente le ipercromie.
Iperpigmentazione: area di pelle più scura rispetto al tono circostante, causata da un eccesso di produzione di melanina. Può essere dovuta a sole, età, ormoni o infiammazione. Il peeling è particolarmente efficace nel trattamento delle iperpigmentazioni attraverso rimozione degli strati pigmentati e normalizzazione dell’attività dei melanociti.
Iperpigmentazione post-infiammatoria (PIH): oscuramento cutaneo che si sviluppa dopo infiammazione o trauma (acne, dermatiti, peeling). Causata da aumentata produzione di melanina in risposta all’infiammazione. Rischio maggiore in fototipi scuri (III-VI). Prevenibile con preparazione pre-peeling, protezione solare rigorosa post-trattamento ed evitando manipolazione della pelle. È la complicanza più comune del peeling.
Matrice extracellulare: struttura tridimensionale composta da proteine e sostanze che forniscono supporto strutturale ai tessuti. Nel derma include collagene, elastina, acido ialuronico, proteoglicani e glicoproteine. Il peeling stimola la riorganizzazione e il rinnovamento della matrice extracellulare, migliorando compattezza, tono ed elasticità della pelle.
Melanina: pigmento prodotto dai melanociti che conferisce colore alla pelle e protegge dai danni UV. Le iperpigmentazioni (macchie) sono dovute ad accumulo eccessivo localizzato di melanina. Il peeling rimuove gli strati superficiali contenenti melanina in eccesso e normalizza l’attività dei melanociti. Acidi specifici (mandelico, cogico) hanno anche azione inibitoria sulla tirosinasi.
Neocollagenesi: processo di formazione di nuovo collagene stimolato dai trattamenti dermatologici. Il peeling innesca la neocollagenesi attraverso il “trauma controllato” che attiva i fibroblasti. La produzione di collagene nuovo richiede settimane-mesi per completarsi, ecco perché i risultati profondi del peeling sono progressivi e continuano a migliorare nel tempo.
Neurotrasmettitori: sostanze chimiche che trasmettono segnali tra le cellule nervose e i muscoli. Nel contesto dei peeling biorivitalizzanti, l’ESAPEPTIDE-8 inibisce il rilascio di neurotrasmettitori che causano la contrazione muscolare facciale, risultando in un effetto distensivo sulle rughe di espressione simile (ma più blando) a quello della tossina botulinica.
Neutralizzazione: processo di arresto dell’azione dell’acido del peeling attraverso applicazione di soluzione alcalina (bicarbonato di sodio) o risciacquo abbondante con acqua. Non tutti gli acidi richiedono neutralizzazione. Il medico decide quando neutralizzare basandosi su tempo trascorso, reazione cutanea osservata e protocollo specifico. La neutralizzazione corretta controlla la profondità esatta.
Peeling biorivitalizzante: trattamento che combina l’azione esfoliante degli acidi con principi attivi che nutrono e stimolano la rigenerazione cutanea dall’interno (peptidi, aminoacidi, acido ialuronico, fattori di crescita). Non si limita a rimuovere strati superficiali ma rivitalizza il derma in profondità. Esempi: PRX-T33, peeling con ESAPEPTIDE-8. Offrono rinnovamento completo.
Peptidi bioattivi: piccole catene di aminoacidi che svolgono funzioni biologiche specifiche come stimolare la produzione di collagene, rilassare i muscoli facciali o migliorare l’idratazione. Nei peeling biorivitalizzanti avanzati, i peptidi bioattivi potenziano l’azione rigenerativa dell’esfoliazione chimica offrendo benefici antiage multipli e sinergici.
Peptide biomimetico: molecola che imita l’azione di sostanze naturalmente presenti nell’organismo. L’ESAPEPTIDE-8 è un peptide biomimetico che mima parzialmente l’azione della tossina botulinica nel rilassare la contrazione muscolare. Nei peeling biorivitalizzanti permette di ottenere effetti distensivi sulle rughe attraverso applicazione topica.
pH cutaneo: misura dell’acidità o alcalinità della pelle. La pelle normale ha pH leggermente acido (4.5-5.5) – “mantello acido” protettivo che inibisce batteri patogeni e mantiene l’integrità della barriera. Gli acidi del peeling abbassano temporaneamente il pH cutaneo (pH 1-3) per esercitare azione esfoliante. Il pH basale individuale influenza l’efficacia del peeling.
Protezione solare: uso quotidiano di prodotti con fattore di protezione (SPF) per prevenire danni UV. Post-peeling è OBBLIGATORIA perché la pelle rinnovata è estremamente sensibile ai raggi UV e il rischio di iperpigmentazione post-infiammatoria è molto elevato. Minimo SPF 50+, applicazione ogni 2-3 ore, per almeno 4-6 settimane post-trattamento. È la regola più importante.
PRX-T33: peeling biorivitalizzante innovativo a base di TCA ad alta concentrazione, perossido di idrogeno e acido cogico che biorivitalizza senza causare desquamazione visibile. La sua formulazione brevettata permette di ottenere risultati di rigenerazione profonda con downtime minimo. Ha aperto la strada a una nuova generazione di peeling biorivitalizzanti.
Recettori cellulari: proteine della membrana cellulare che ricevono segnali biochimici (ormoni, fattori di crescita) e li traducono in risposte cellulari. Quando cellule morte e danneggiate coprono la superficie, i recettori sono “sepolti” e non funzionano ottimalmente. Il peeling “libera” i recettori rimuovendo strati compromessi, permettendo migliore ricezione di segnali e risposte più efficaci.
Rughe di espressione: solchi cutanei che si formano in seguito ai movimenti ripetuti dei muscoli facciali (fronte, perioculare, periorale). Con il tempo diventano permanenti anche a riposo. I peeling biorivitalizzanti con ESAPEPTIDE-8 offrono un’azione distensiva su queste rughe, rilassando parzialmente la contrazione muscolare sottostante.
Texture cutanea: caratteristica della superficie della pelle riferita a regolarità, levigatezza e grana. La texture irregolare (ruvida, porosa, “a buccia d’arancia”) è dovuta ad accumulo di cellule morte, cicatrici, pori dilatati, disidratazione o fotodanneggiamento. Il peeling migliora la texture attraverso rimozione delle cellule morte, stimolazione del collagene e uniformità del rinnovamento.
Tirosinasi: enzima chiave nella produzione di melanina, la sostanza che determina la pigmentazione della pelle. Gli agenti depigmentanti come acido cogico, mandelico e azelaico agiscono inibendo l’attività della tirosinasi, riducendo così la produzione di melanina e schiarendo progressivamente le iperpigmentazioni. È il target principale dei trattamenti schiarenti.
Tossina botulinica A: sostanza che blocca temporaneamente la contrazione muscolare, utilizzata in medicina estetica per distendere le rughe di espressione. L’ESAPEPTIDE-8 agisce con un meccanismo simile ma più blando, offrendo un’alternativa topica nei peeling biorivitalizzanti per chi cerca risultati graduali e naturali senza iniezioni.
Turnover cellulare: tempo necessario perché una cellula nata nello strato basale dell’epidermide maturi, migri verso la superficie e venga eliminata. Normalmente 28-30 giorni in giovani, rallenta con l’età (45-60 giorni in maturi). Il turnover lento causa accumulo di cellule morte e opacità. Il peeling accelera il turnover (15-20 giorni) portando cellule nuove più rapidamente in superficie.
DIRETTORE SANITARIO
Dott.ssa Alessandra Patti
(OMCeOMB 5101)

